Il 24 gennaio è stata inaugurata presso la Biblioteca Comunale “Marconi” di Viareggio la mostra 1938 Il banco vuoto. Le leggi razziali nella scuola in provincia di Lucca, curata per l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca da Silvia Quintilia Angelini (con disegni di Franco Anichini e progetto grafico di Michele Paoli).
Sarà possibile visitare la mostra fino al 19 febbraio, dal lunedì al sabato,dalle 9.00 alle 17.00.
La scuola fu il primo settore a sperimentare l’antisemitismo di Stato e l’inizio dell’anno scolastico 1938-1939 fu segnato dalla espulsione dalla scuola degli insegnanti ebrei e dal rifiuto dell’iscrizione per alunni ebrei, sia che già frequentassero le scuole, sia che si affacciassero alla prima esperienza scolastica.
In provincia di Lucca, dove gli ebrei residenti erano alcune centinaia, circa una ventina tra scolari, studenti e docenti furono espulsi dalle scuole.Mentre in città come Firenze o Livorno le comunità ebraiche cercarono di reagire all’espulsione istituendo o rafforzando scuole private anche a livello superiore, per i piccoli nuclei ebraici di Lucca e Viareggio, Sezioni della Comunità israelitica di Pisa, questo non fu possibile, data la carenza di risorse. Alcune famiglie cambiarono allora città, in modo da poter iscrivere i figli presso le scuole organizzate nelle Comunità più grandi, oppure scelsero la via dell’emigrazione. A Viareggio, dove la presenza ebraica era la più significativa della provincia, fu possibile istituire una piccola scuola elementare statale (in Toscana ciò avvenne solo a Livorno, Firenze, Pisa, oltre che a Viareggio) che, per iniziativa della comunità ebraica viareggina, sorse nei locali dell’oratorio ebraico, allora situati in un edificio di via Fratti: una “scuola in una stanza” come la definisce Silvia Angelini, curatrice della mostra, che già nel 2001 ne aveva dato notizia in un suo articolo.In questa piccola scuola elementare dell’apartheid fu mandata ad insegnare la maestra Gabriella De Cori, un’insegnante ebrea, che in quanto tale era stata licenziata dalla scuola pubblica (insegnava nel comune di Santa Maria a Monte in provincia di Pisa) e che fu temporaneamente ripresa in servizio per questo insegnamento ai suoi correligionari. Frequentarono la piccola scuola di Viareggio anche bambini provenienti dalle vicine città di Lucca e Carrara e alunni sfollati da Livorno e dalle più lontane città del Nord come Torino, Milano, Genova.Tante le relazioni e le storie di vita connesse a questa esperienza, compresa quella delle famiglie ebree straniere internate a Castelnuovo di Garfagnana, di cui si documenta il tentativo, non andato a buon fine, di far sostenere ai propri bambini gli esami come privatisti presso la scuola di Viareggio.
La piccola scuola funzionò dal 1940 al 1943. Con l’intensificarsi della persecuzione antiebraica, nell’autunno di quest’anno, la scuola non riaprì. Scolare e scolari con le loro famiglie si dispersero clandestinamente nel territorio.
La maestra Gabriella, arrestata e deportata nella primavera del 1944, non fece ritorno da Auschwitz.