Il piccolo monumento ai martiri della “Sassaia” è un luogo della memoria estremamente significativo per Massarosa, perché ricorda il più grave massacro avvenuto all’interno dei suoi confini comunali durante la Seconda Guerra Mondiale, che con 38 morti è anche uno dei peggiori verificatosi nell’intera Versilia. La strage si inserisce all’interno di una serie più ampia di uccisioni volte ad eliminare i civili detenuti nella scuola di Nozzano Castello, catturati nella notte tra il 6 e il 7 agosto 1944 nel corso di un vasto rastrellamento del monte Pisano.
Il contingente più numeroso, che contava 31 persone, venne portato in località “Sassaia” e qui, a breve distanza dall’attuale via Sarzanese, i civili furono fatti allineare contro il poggio iniziale della collina e uccisi a colpi di mitra. Circa un’ora dopo, mentre i militari tedeschi stavano ancora presidiando la zona del massacro, sopraggiunsero otto civili italiani provenienti dal campo di concentramento di Socciglia, nei pressi di Borgo a Mozzano, e diretti a Forte dei Marmi. L’ufficiale tedesco ignorò i regolari lasciapassare di cui erano muniti gli uomini e ordinò la loro fucilazione, forse con la volontà di eliminare degli scomodi testimoni di ciò che era avvenuto poco prima. Degli otto riuscì miracolosamente a salvarsi solo Edilio Dazzi che, rimasto illeso dalle pallottole e ricoperto dai corpi ormai senza vita dei suoi compagni, alcune ore dopo fu in grado di allontanarsi senza essere scoperto.
I responsabili furono con tutta probabilità i membri della Feldgendarmerie – la polizia militare – della 16ª Divisione, forse coadiuvata da soldati provenienti dal 3° Battaglione del 36° Reggimento della 16a Divisione, che in quel periodo si trovava di stanza nella zona.